Storia & archeologia

Salvatore Poddighe, poeta e attivista

il poeta Salvatore Poddighe, nato a Sassari nel 1871, lavorò fin da giovane nelle miniere di Iglesias sviluppando una profonda coscienza politica. Nel 1924 pubblicò la sua opera maggiore Sa mundana commedia, un poemetto che incontrò la censura dei vescovi e del regime

Tra i numerosi personaggi legati in qualche modo a Iglesias, Salvatore Poddighe ha saputo farsi brillantemente strada nel campo della poesia in lingua sarda. Nato nel 1871 a Sassari ma cresciuto nel piccolo paese di Dualchi, si trasferì ancor giovane a Iglesias per lavorare nelle miniere del circondario dove ebbe modo di conoscere poeti come Sebastiano Moretti di Tresnuraghes, Pietro Carìa di Macomer ed Antonio Bachìsio Denti di Ottana, con i quali strinse una profonda amicizia. A smuovere le coscienze di Poddighe e dei suoi giovani colleghi furono la condizione dei giovani sardi sfruttati negli impianti minerari dell’isola e la rivolta di Buggerru che lasciò sul terreno numerosi cadaveri: essi svilupparono quindi idee anarchiche e socialiste libertarie, dopo aver letto i classici del pensiero politico.

La più nota opera di Salvatore Poddighe è "Sa mundana commedia”, un poemetto in ottava rima in lingua sarda pubblicato nel 1924 dalla tipografia Varsi intriso di denuncia delle ingiustizie sociali e di anticlericalismo. Il periodo storico era però quello sbagliato per opere di quel tipo, e Poddighe incontrò una duplice censura da parte del Concilio plenario dei vescovi e da parte delle autorità fasciste che non vedevano di buon occhio i dialetti regionali, fino ad essere sequestrata dal Questore di Cagliari nel 1934. Dopo la morte dei suoi amici Moretti nel 1932 e Caria nel 1934, Salvatore Poddighe cadde preda della depressione che lo portò a suicidarsi il 14 novembre 1938.

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