Nicolò Canelles, pioniere della tipografia in Sardegna
Nicolò Canelles, vescovo di Bosa e uomo di cultura vissuto nel Cinquecento, è ricordato per aver fondato nel 1566 la prima tipografia a caratteri mobili della Sardegna, stampando il "Catechismo" di Edmondo Auger in spagnolo. Per le sue doti fu apprezzato anche da papa Giulio III
Nicolò Canelles, originario di Iglesias, è passato alla storia per aver introdotto la tipografia in Sardegna. Nato intorno al 1515 da Nicolò e Beatrice Delsney, appartenenti a una casata sardo-catalana, fu avviato agli studi a Cagliari prima di trasferirsi a Roma dove nel 1548 ricevette la laurea in Utroque Iure e nel 1560 fu ordinato sacerdote. La sua preparazione culturale impressionò anche papa Giulio III, che non esitò a nominarlo suo "commensale”.
Ritornato nell’isola natale, nel 1566 fondò la prima tipografia sarda a caratteri mobili anche grazie agli aiuti economici del Pontefice, stampando il "Catechismo” di Edmondo Auger in spagnolo, idioma ufficiale del Regno di Sardegna. Il suo amore per la cultura lo condusse a patrocinare l’Umanesimo di cui fu uno dei più ferventi sostenitori del Cinquecento, risultando scomodo a coloro che avevano interesse a mantenere l’ordinamento feudale.
Nel frattempo proseguì nella carriera ecclesiastica, venendo nominato canonico della Cattedrale di Cagliari, vicario generale dell'arcidiocesi nel 1573 e vescovo di Bosa nel 1577, ottenendo il titolo di "Prior de Sant Lleonart sete funtanas” e accumulando libri fino alla morte, giunta nel 1585. La sua biblioteca, composta di oltre tremila volumi, fu acquistata da Monserrat Rosselló e oggi è conservata presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari. La sua terra non ha dimenticato Nicolò Canelles, dedicandogli varie strade e scuole in tutta la regione.